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Isoflavoni di soia 40mg
SKU: PHO08
Isoflavoni di soia 40mg
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confezione da 30 perle
Integratore di isoflavoni da utilizzare in menopausa e in soggetti con osteoporosi, colesterolo alto e per prevenire malattie cardiovascolari.
Gli isoflavoni sono fitoestrogeni che appartengono alla classe dei flavonoidi. I fitoestrogeni sono molecole derivanti dalle piante che strutturalmente e/o funzionalmente assomigliano agli estrogeni dei mammiferi.
Questi non-nutrienti sono definiti endocrine disrupters,o interferenti endocrini, in grado cioè di modulare il metabolismo endocrino, generalmente mediante il loro legame con i recettori nucleari umani.
I princìpi attivi contenuti negli isoflavoni responsabili di quest’attività sono genisteina, daidzeina e gliciteina, sostanze che agiscono come ormoni deboli in mancanza di estrogeni. Se, invece, gli estrogeni sono presenti ne contrastano alcuni effetti sul seno e sull’endometrio, potenziando quelli sulla densità ossea.
In particolare la genisteina mostra attività modulatoria sui recettori estrogenici alfa e beta.
Studi epidemiologici condotti indicano che le popolazioni asiatiche, nelle quali il consumo di isoflavoni è elevato, presentano una bassa incidenza di malattie cardiovascolari, osteoporosi e cancro alla mammella, alla prostata e al colon. I fitoestrogeni possiedono anche attività antinfiammatoria e antipertensiva. Secondo la North American Menopause Society, il consumo giornaliero di isoflavoni dovrebbe essere di 40-80 mg per migliorare i sintomi vasomotori e l’elasticità arteriale.
Disturbi neurovegetativi della menopausa
Vi sono numerosi riscontri positivi che associano l’intake di isoflavoni al miglioramento dei sintomi tipici della menopausa (vampate, secchezza vaginale, scarsa concentrazione, cali di memoria, disturbi del sonno), che si concretizza in un miglioramento generale della qualità di vita. Gli isoflavoni possono ridurre i sintomi della menopausa agendo come deboli sostituti dell’ormone naturale.
Effetti endocrini
Gli isoflavoni agiscono nei tessuti sugli stessi recettori degli estrogeni endogeni alfa e beta. Anche se l’attività farmacologica è modesta (1000 volte inferiore agli ormoni naturali sul primo, di 100 volte sul secondo), si ritiene che essi lavorino attraverso vari meccanismi nella regolazione ormonale. Molti dei loro effetti sulla salute derivano dal fatto che gli isoflavoni possono fungere sia da supporto agli estrogeni nel corpo, sia combatterli quando il livello è troppo alto (l’effetto sembra dipendere dall’ambiente ormonale e dal tessuto in questione).
È risaputo che gli estrogeni, dopo la menopausa, favoriscono lo sviluppo di carcinoma mammario, rischio che aumenta in presenza di bassi livelli di globulina che lega gli ormoni sessuali. È stato osservato che gli isoflavoni stimolano la sintesi di globulina, che diminuisce la produzione di testosterone ed estradiolo, riducendone di conseguenza l’attività biologica.
Remineralizzazione ossea e osteoporosi
La supplementazione di isoflavoni ha mostrato significativi effetti protettivi sul BMC (contenuto minerale osseo) a livello vertebrale e femorale e la capacità di ridurre il turnover osseo. Gli isoflavoni contribuiscono a mantenere costante la BMD (densità minerale ossea). Il consumo di soia può ridurre il rischio di fratture in donne in menopausa.
La genisteina ha mostrato di ostacolare l’osteoporosi postmenopausale, senza modificazioni a carico dell’utero e della mammella, anche in donne con osteopenia
Azione vaso e cardioprotettiva
L’assunzione di isoflavoni comporta il miglioramento della compliance arteriosa (una misura della flessibilità arteriosa). In particolare sembra che gli isoflavoni riescano a inibire l’ossidazione del colesterolo LDL e ridurre la proliferazione delle cellule muscolari lisce.
L’ingestione di isoflavoni in numerosi studi ha mostrato di migliorare la funzionalità endoteliale con effetti ipotensivi, in particolare nelle donne ultrasessantenni.
È stata osservata anche la riduzione dei livelli plasmatici di omocisteina e dell’indice del rischio cardiovascolare nelle donne in menopausa, con il miglioramento dell’assetto lipidico.
La riduzione del rischio cardiovascolare è stato osservato anche in pazienti maschi. Un consumo elevato di soia è associato alla riduzione dei valori pressori e del rischio di ischemia cardiaca nell’uomo.
Un elevato consumo di soia riduce lo spessore dell’intima a livello carotideo.
Sono stati osservati risultati nella sindrome metabolica, con il miglioramento della pressione sanguigna, parametri lipidici, glicemia, insulino-resistenza.
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